Con solo 6 episodi di ritardo rispetto ai desideri di Steve Rogers sì, Sam Wilson è il nuovo Capitan America. Con tanto di scudo, costume a stelle e striscie e asciugata moralizzante sparata nel finale di Falcon and the Winter Soldier in mondovisione. Tutta la tematica razzista della serie verte su questo, su come un nero dovrebbe rifiutare a prescindere il ruolo di Capitan America – affidato due volte su due ad un tizio biondo con gli occhi azzurri, praticamente un ariano – perché l’America ha sempre oppresso la loro gente. Ancora oggi, secoli dopo la Guerra di Seccessione e lo schiavismo.
Falcon and the Winter Soldier aveva evocato lo spettro di George Floyd qualche settimana fa, con Sam fermato da un poliziotto che non lo aveva riconosciuto. E la sottotrama di Isaiah Bradley, dove viene raccontata la storia del primo Supersoldato nero dell’MCU e di come sia stato eliminato dall’esistenza, vuol parlare proprio di questo. Sam alla fine non lascia che le parole di Isaiah decidano per lui. Come non aveva lasciato che fossero quelle di Steve all’inizio della serie a farlo, rifiutando lo scudo. Sam prende lo scudo e il ruolo di Captain America perché deve, perché deve evitare altri John Walker e perché è il momento di smettere di vivere nel passato. Il passato non va dimenticato, e il fatto che nel mausoleo dedicato a Steve Rogers adesso sia onorata e raccontata anche la storia di Isaiah è un segnale in questo senso. Ma è un mondo nuovo, che ha bisogno di superare etichette come il colore della pelle o la parola “profugo”