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Italia in crisi economica? Pil che cresce meno delle attese? Inflazione alle stelle?
Sono frasi che sicuramente avrete sentito in tv o nei radiogiornali ogni giorno da diversi anni a questa parte, ma dovete anche sapere che queste affermazioni non sono valide per il settore dell’ammmmore.

Gli italiani infatti possono rinunciare a tutto tranne a cibo e sesso. Lo dimostrano diversi studi sociologici, a partire da quello pubblicato dal Pew Research Center, di IBISWorld e del CEBR – Centre for Economics and Business Research, secondo cui la spesa media pro capite per gli incontri galanti di noi italiani è di: 137 euro al mense. A tal proposito è bene fare un distinguo sulle 3 categorie osservabili in natura: I romantici, gli avventurieri ed i pragmatici.

Man proposing his woman in the old town

I Romantici sono coloro che si lanciano, con tecniche di conquista 1.0, alla ricerca di una relazione stabile, non sapendo però che questo li porterà a spendere molti più soldi delle altre 2 categorie di latin lover. Chi è alla ricerca di una relazione stabile infatti deve essere anche pronto ad impegnarsi economicamente nel lungo periodo. Giusto per snocciolare qualche dato, sembra che il 30% dei single italiani, per un primo incontro possa arrivare a spendere fino a 300 euro (dato medio). Una volta trovata l’anima gemella la cifra investita per mantenere vivo il rapporto sentimentale ormai “stabile” si riduce, aggirandosi mensilmente intorno ai 250€, da questa cifra sono naturalmente esclusi gli extra quali: vacanze e viaggi, regali per ricorrenze come compleanni, anniversari, onomastici e festività natalizie.

Passiamo gli Avventurieri, sono per lo più coloro che amano il brivido della conquista ma sono anche coloro che il mattino successivo se la danno a gambe levate. Questo fenotipo di single tendenzialmente utilizza app di Dating per i propri incontri, come ad esempio Tinder, e spende circa 1.644 euro annui in incontri mordi e fuggi, raramente la conoscenza di una notte si trasforma in “rapporto stabile” e così gli avventurieri si spostano automaticamente nella categoria dei romantici.

Venendo ai dati, c’è da considerare che ogni single italiano ha mediamente in agenda 36 appuntamenti all’anno, per un totale di 324 milioni di incontri. Come anticipato chi vuole fare nuovi incontri spende mediamente 1.644 euro annui, che moltiplicati per i 9 milioni di dater sommano 14,8 miliardi di euro di giro d’affati. Il 70% per cento degli uomini intervistati sostiene inoltre di pagare sempre il conto alla sua potenziale partner.

In particolare per i napoletani l’uomo che si considera tale, non fa mai pagare il conto del ristorante, le spese di viaggi e di divertimenti ad una donna, sia che si tratti di una potenziale partner sia nel caso di una semplice avventura. In controtendenza anche la Città Eterna, dove l’85% degli intervistati afferma di pagare sempre il conto per la propria partner, contraddicendo dunque il vecchio detto “pagare alla romana”, ovvero dividere il conto in parti uguali.

Tuttavia il dating online è in flessione. Dopo la pandemia i numeri sono drasticamente calati, sia forse per una questione economica, sia per una serie di problematiche legate alla sicurezza degli utenti in ambito di molestie sessuali. Sempre secondo il Pew Research Center, sei donne su dieci di età inferiore ai 35 anni che hanno utilizzato siti o app di incontri online, hanno dichiarato che qualcuno ha continuato a contattarle anche dopo aver espresso il desiderio di troncare il rapporto. Per gli uomini la stessa situazione si è verificata nel 27% dei casi.

Portrait of a brutal man in elegant suit touches sexy girl with a tattoo in lingerie on gray background

Inoltre il 57% delle donne di età compresa tra 18 e 34 anni ha confermato di aver ricevuto un messaggio o un’immagine sessualmente esplicita che non avevano richiesto. Mentre per gli uomini siamo al 28%. In più ci si mettono anche il “dating burnout” ovvero lo stress generato dalla girandola di appuntamenti cercati online grazie alle app di incontri, che spesso trasforma l’entusiasmo iniziale in un totale esaurimento e le recenti accuse di ‘creare dipendenza’. Le app di dating, soprattutto quelle appartenenti al Match Group, come Tinder o Hinge, avrebbero adottato un meccanismo predatorio simile a quello dei giochi, che porta le persone a trascorrere sulle loro piattaforme sempre più tempo, almeno secondo le accuse di una class action che si è costituita negli Stati Uniti e più precisamente in California.

Ed infine veniamo alla terza categoria i Pragmatici, di fronte infatti a questa curva decrescente delle app di dating, è invece in salita il gradimento dei siti di sex workers, come dimostrano anche i dati di Moscarossa.biz. Questi siti specializzati per chi è alla ricerca di puro svago, permettono di semplificare il processo di ricerca, con filtri dedicati, che restituiscono i risultati più adatti per ogni cliente, senza spese aggiuntive per il corteggiamento. In sostanza si risparmiano tempo, soldi e fatica perché anche corteggiare online richiede strategia e programmazione. Dunque una tendenza in crescita che si sta sviluppando anche grazie alla maggiore libertà sessuale della società attuale, che considera il sesso sempre meno un tabù e sempre di più il tempo come un bene prezioso.

Nella società contemporanea con i ritmi sempre più frenetici e vorticosi, chi ha voglia di divertirsi sceglie la via più breve per raggiungere l’obiettivo. Anche per questo i siti di incontri riscuotono sempre più successo ed eliminano spesso anche l’imbarazzo di trovare una location.
Secondo l’Istat nel report “L’economia non osservata nei conti nazionali – Anni 2018-2021”, nel periodo evidenziato, il valore aggiunto e i consumi finali sono aumentati, rispettivamente, dell’11,8% e del 12,3%. In Italia il settore delle sex workers è in continua crescita e conta oltre 3 milioni di clienti l’anno, per un totale di oltre 4 miliardi e mezzo di euro come giro d’affari.

Il sito Moscarossa.biz in base ai suoi dati è riuscito anche a stilare una classifica delle regioni con la maggior presenza di sex workers. Il podio è della Lombardia, che distanzia ampiamente la seconda classifica che è l’Emilia Romagna, terzo gradino del podio per il Lazio. Seguono Piemonte, Veneto e Campania.

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