Roma / Militello in Val di Catania, 20 agosto 2025 – È morto sabato 16 agosto all’età di 89 anni Pippo Baudo, uno dei volti più iconici della Rai e della televisione italiana. A darne il triste annuncio, fonti accreditate come Adnkronos e il Corriere della Sera, che ne collocano il decesso al Campus Biomedico di Roma.
Una carriera leggendaria
Nato il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania, Baudo ha iniziato la sua carriera nei primi anni Sessanta, diventando in breve tempo un punto di riferimento per il varietà e il grande pubblico. È celebre per aver condotto tredici edizioni del Festival di Sanremo, dando inoltre spazio a tanti talenti emergenti come Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Andrea Bocelli, Anna Oxa, tra gli altri.
L’ultimo saluto
La camera ardente è stata allestita inizialmente al Teatro delle Vittorie di Roma, inaugurandosi in un clima di commozione, con centinaia di fan, colleghi e volti noti che si sono raccolti per rendergli omaggio.
Cresce l’affluenza a Roma, mentre a Militello in Val di Catania – sua città natale – si prepara l’ultimo addio nella chiesa di Santa Maria della Stella, dove i funerali si svolgeranno mercoledì 20 agosto alle ore 16.
Tra ricordi e testimonianze
Il cordoglio arriva da tutta Italia. Laura Pausini, che definiva Baudo il suo “secondo padre”, ha pubblicato sui social parole colme di gratitudine per chi l’ha scelta tra le “nuove voci” di Sanremo nel 1993.
L’avvocato Giorgio Assumma, storico legale e amico fraterno di Baudo, ha inoltre rivelato che negli ultimi tempi soffriva di un indebolimento neurologico alle gambe e di problemi alla vista, evidenziando un calo fisico che aveva reso la sua quotidianità più fragile.
Il lascito culturale
Baudo non è stato solo un conduttore: è stato un architetto del costume televisivo italiano. Negli anni, ha saputo coniugare intrattenimento, eleganza popolare e approfondimento, lasciando un marchio indelebile nella memoria collettiva. Come scriveva la pagina a lui dedicata su Wikipedia: ha lanciato nomi e plasmato generazioni, diventando un punto di riferimento per la cultura popolare e televisiva italiana.
La sua morte ha trasformato il lutto privato in un rito collettivo amplificato dai social, dove ricordi, frammenti di programmi ed emozioni si mescolano in una commemorazione nazionale senza precedenti.